Carenza di ferro – quali sintomi e come intervenire

In Italia tre persone su dieci soffrono di carenza di ferro, uno degli elementi più importanti per il nostro organismo: si tratta di un macroelemento, cioè uno dei minerali presenti nell’organismo in quantità più elevate.

“Il ferro è essenziale: l’aspetto più importante del ferro è che serve per trasportare ossigeno in tutto il corpo, perché è un componente fondamentale dell’emoglobina (la proteina che porta ossigeno dai polmoni al resto del corpo) ed è fondamentale per la respirazione cellulare e del trasporto di ossigeno ai muscoli”

Ferro e alimentazione: diversità di assorbimento

Il ferro è una sostanza presente sia in alimenti di origine animale – come nelle carni rosse e nel pollo, ma anche in pesce e uova – che vegetale, ad esempio negli spinaci e in tutte le verdure a foglia verde, i cavolini, nella frutta secca o nei cereali integrali.

C’è però una diversità di assorbimento da parte del nostro organismo, come ha spiegato Pastore: “il ferro di derivazione animale risulta più assorbile dal nostro corpo, perché si lega a proteine specifiche per l’assimilazione; mentre è più faticoso e l’assorbimento del ferro contenuto in cibi vegetali. Il rischio è quindi di assorbirne in minor quantità”.

L’assorbimento è inoltre “variabile da da persona a persona, ancora di più se in presenza di determinate situazioni o patologie Sono più soggette ad una carenza di ferro le donne in età fertile e gli sportivi, ad esempio, o anche chi soffre di disturbi di assorbimento intestinale e di intolleranza alimetari”.

Carenza di ferro: sintomi e diagnosi

Il primo sintomo percepito da chi è in carenza di questa sostanza è certamente la fatica: “la carenza di ferro e di conseguenza di ossigeno porta ad una maggiore fatica muscolare e ad una sensazione generale di affaticamento, di stanchezza” e di spossatezza.

Una diagnosi precoce è molto importante soprattutto per capire e indagare le cause di questo disturbo, ad esempio chiarire “se è dovuto ad un maggiore fabbisogno, ad una maggiore perdita o infine ad un male assorbimento. Le anemie possono essere di diverso tipo: pur avendo sintomi uguali”, ha specificato Pastore.

Come intervenire in caso di basse riserve di ferro

“Il primo passo è senza dubbio l’alimentazione, quindi il consumo di  sostanze e alimenti che aiutano l’assorbimento di ferro come ad esempio la vitamina C; successivamente sarà necessario rivedere la dieta e capire se gli alimenti abituali sono sufficienti al nostro fabbisogno di ferro. In un secondo momento, se il disturbo rimane si possono utilizzare alimenti fortificati in ferro e solo dopo il consulto con una specialista e in particolari situazioni cliniche si possono utilizzare integratori, che vanno però sempre tenuti sotto controllo del medico”, ha concluso la dietista.

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